Ken

Ken

Ah, che film! Tratto dal racconto omonimo di Mishima un film che racconta come nessun altro (io conosca) il senso della profonda dedizione, dell'abnegazione, del sacrificio… della cultura giapponese. Arrivando fino a giustificare il suicidio… Film che pochi occidentali potranno condividere ma splendido e interrogante.

SCHEDA FILM

Misumi lavorò quasi esclusivamente con materiale storico. Ken è uno dei suoi rari gendai-geki (film d’ambientazione contemporanea), atipico per questo e anche per l’austera fotografia in Scope in bianco e nero che lo distingue dai film coevi del regista (al direttore della fotografia Chikashi Makiura si deve anche lo splendore cromatico di Kenki, tra le altre collaborazioni con Misumi). Più consueta è la presenza della star Raizo Ichikawa, l’attore prediletto di Misumi, che interpreta il capitano di una squadra universitaria di kendo invischiato in una pericolosa rivalità con un collega. Il racconto da cui il film è tratto, pubblicato nel 1963, era del celebre Yukio Mishima (1925-70), che com’è noto praticava il kendo, propugnava il codice etico dei samurai e si tolse la vita praticando il seppuku dopo un tentativo fallito di colpo di Stato. In Misumi l’attrazione di Mishima per i limiti estremi della condotta virile si condensa nei primi piani intrisi di sudore e nelle eleganti coreografie delle scene di combattimento. Il recensore di “Kinema Junpo” colse l’anacronismo dei valori di Mishima espressi in Ken, suggerendo che, in un dopoguerra caratterizzato da una libertà sfrenata, la squadra di kendo era forse l’ultimo baluardo del rigore e della forza spirituale: rappresentando “maniere che si discostano dalla società contemporanea”, la tematica del kendo offrì a Misumi l’opportunità di creare “un jidai-geki ambientato nel gendai” (cioè nel presente). La recensione è stranamente negativa, poiché giudica il film una copia inadeguata della sua fonte letteraria. Eppure per Hiroaki Yoshida la tensione del film sta proprio nel contrasto tra gli atteggiamenti dei due autori: Mishima celebra la “bella morte” mentre Misumi si concentra sulla lotta per la vita. Sotto la direzione del suo omonimo Kon Ichikawa, Raizo Ichikawa era apparso in un altro adattamento di Mishima interpretando il novizio disturbato che incendia un tempio di Kyoto in Enjo (Conflagrazione, 1958).

Alexander Jacoby e Johan Nordström

CAST AND CREDITS Sog.: dal racconto omonimo di Yukio Mishima. Scen.: Kazuo Funahashi. F.: Chikashi Makiura. M.: Kanji Suganuma. Scgf.: Akira Naito. Mus.: Sei Ikeno. Int.: Raizo Ichikawa (Jiro Kokubun), Yukiko Fuji (Eri Itami), Yusuke Kawazu (Kagawa), Akio Hasegawa (Mibu), Akitake Kono (Kiuchi), Yuka Konno (Shigeko Fujishiro), Junko Kozakura (Sanae Mibu), Yoshio Inaba (Seiichiro Kokubun), Rieko Sumi (Hiroko Kokubun). Prod.: Hirokaki Fujii, Sadao Zaizen per Daiei – DCP. D.: 95’. Bn.

IN BREVE Titolo Internazionale The Sword Titolo Italiano [La spada] Regia: Kenji Misumi Anno: 1964 Paese: Giappone Durata: 95' Versione del film Versione giapponese con sottotitoli inglesi

Audio Sonoro Edizione 2022 Sezione KENJI MISUMI: UN AUTORE INCONSAPEVOLE