A me piacerebbe anche la fantascienza di serie B, fatta con quattro soldi, dove l'evocazione è più forte degli effetti speciali. Però qui non ci ho visto davvero nulla. La trama regge pochissimo, i personaggi sono stereotipati.
Molti film d’invasione iniziano su miriadi d’astri inquadrati da un luogo imprecisato nel cosmo: la Terra, di regola, è un punto fra migliaia. Talvolta la macchina da presa avanza nello spazio finché un pianeta, il nostro, si staglia riconoscibile tra gli altri. […] Invaders from Mars ripercorre lo schema menzionato in una variante cruciale: il movimento di macchina in avanti parte nel cosmo e, tramite dissolvenza incrociata, procede verso una casa, una finestra, un bambino che dorme. Nel vano della finestra si staglia la sagoma di un cannocchiale, e il primo gesto del bambino sarà appoggiarci l’occhio per guardare il firmamento. Ci troviamo di fronte a una sorta di passaggio di testimone, un rovesciamento di prospettiva (dalle stelle alla Terra e viceversa) che consegna al piccolo protagonista l’orientamento dello sguardo del film. Il pubblico della fantascienza dei Cinquanta è prevalentemente adolescente, se non più giovane. Come normale conseguenza, alcuni esempi eleggono i giovani a protagonisti. […] David, l’eroe di Invaders from Mars, è anche un esperto del genere: avido lettore di riviste pulp, aspirante scienziato, informatissimo sui casi d’avvistamento che vivificano le pagine di cronaca. La storia raccontata sarà in primo luogo la sua avventura, secondariamente un caso di interesse nazionale e planetario. […] L’esperta messa in scena di Menzies valorizza in alcuni frangenti un punto di vista anomalo e deformante, bambinesco e al tempo stesso onirico. […] È possibile liquidare Invaders from Mars come film per ragazzi a condizione che se ne accettino le ambiguità e i segnali inquietanti che lo punteggiano. […] I genitori si tramutano da educatori amorevoli in dittatori (per inciso, c’è forse un’ombra di inquietudine nella segretezza dei progetti missilistici a cui il padre lavora), un’angelica bambina si stampa sul volto un sorriso demoniaco dopo aver incendiato casa propria, l’uomo nero può atterrare subito oltre lo steccato del giardino. È un volto dorato racchiuso in una boccia di vetro e provvisto di tentacoli, impassibile campione della ‘pura intelligenza’: al contempo, provvede agli incubi peggiori e ai sogni più difficili da dimenticare.
Andrea Meneghelli, in Andrea Meneghelli, Roy Menarini, Fantascienza in cento film, Le Mani, Genova 2000
CAST AND CREDITS Scen.: Richard Blake. F.: John F. Seitz. M.: Arthur Roberts. Scgf.: Boris Leven, William Cameron Menzies. Mus.: Raoul Kraushaar. Int.: Helena Carter (dottoressa Pat Blake), Arthur Franz (dottor Stuart Kelston), Jimmy Hunt (David MacLean), Leif Erickson (George MacLean), Hillary Brooke (Mary MacLean), Morris Ankrum (colonnello Fielding), Max Wagner (sergente Rinaldi), William Phipps (maggiore Cleary), Milburn Stone (capitano Roth), Janine Perreau (Kathy Wilson). Prod.: Edward L. Alperson per National Pictures Corp. DCP. D.: 78’. Col.
IN BREVE Titolo Italiano Gli invasori spaziali Regia: William Cameron Menzies Anno: 1953 Paese: USA Durata: 78' Versione del film Versione inglese
Audio Sonoro Edizione 2022 Sezione RITROVATI E RESTAURATI
cose fatte piatto kebab davanti all'Arlecchino consente di mangiare proteine e verdure senza c...
Made By Human Race. 2022, powered by Jekyll Garden