Noiosissimo e logorroico, il primo e unico film di Peter Lorre a me pare non andare da nessun parte.
Per girare quello che sarebbe rimasto il suo unico film da regista, Peter Lorre fece ritorno in Germania vent’anni dopo M. Ambientato tra le macerie dell’Amburgo postbellica, Der Verlorene è stato correttamente descritto come una rara e affascinante miscela di espressionismo tedesco, noir americano e neorealismo italiano. Con l’avvertenza “Questo film non è liberamente inventato. Gli eventi si basano su resoconti reali degli ultimi anni”, il cartello iniziale introduce l’atmosfera pragmatica e leggermente inquietante dell’opera. Il grosso della storia è narrato tramite flashback. Il dottor Rothe (Lorre), medico in un campo profughi, incontra l’ex collega Hösch (Karl John), appena giunto insieme a un nuovo gruppo di sfollati. Durante una bevuta notturna Rothe ricorda gli eventi passati. Durante la guerra conduceva esperimenti biologici in Germania. Accortosi che la fidanzata l’aveva tradito consegnando a Londra i risultati della loro ricerca segreta sui vaccini, l’aveva strangolata. Con l’aiuto di Hösch – agente del controspionaggio che lavorava nel laboratorio sotto copertura – il delitto era stato fatto passare per suicidio. Ma ormai preda di una strana mania paranoica, il dottor Rothe ha continuato a uccidere donne, e in una scena inquietante e sinistra viene smascherato come Totmacher (assassino) da una prostituta terrorizzata. La figura di Lorre che vaga nel campo profughi e nella desolazione del paesaggio domina il film dall’inizio alla fine. Il suo volto – spesso in primo piano, perfettamente illuminato e inquadrato da Václav Vích – esprime rabbia, rimpianto, desiderio, angoscia, isolamento, rassegnazione, disgusto, apatia, in breve, “lo smarrimento di un essere umano nel tempo” (“Münchner Merkur”). Purtroppo tutto quello che poteva andare storto andò storto: le riprese furono funestate dalla morte improvvisa del produttore Arnold Pressburger, e durante la fase di post-produzione la versione originale andò distrutta in un incendio. Der Verlorene fu proiettato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia; gli spettatori tedeschi lo evitarono, mentre la critica tedesca lo decretò il film più artistico del 1951 assegnandogli un premio Bambi. Più di trent’anni dopo, il critico passato alla regia Harun Farocki concluse che “si stenta a identificare un altro film che abbia prefigurato il fascismo con la precisione di M, e un altro film che abbia rintracciato i resti del fascismo con la precisione di Der Verlorene”.
Michael Omasta
CAST AND CREDITS Scen.: Peter Lorre, Benno Vigny, Axel Eggebrecht, Helmut Käutner. F.: Václav Vích. M.: Carl Otto Bartning. Scgf.: Franz Schroedter, Karl Weber. Mus.: Willy Schmidt-Gentner. Int.: Peter Lorre (dottor Karl Rothe), Karl John (Hösch/Nowack), Helmut Rudolph (colonnello Winkler), Renate Mannhardt (Inge Hermann), Johanna Hofer (signora Hermann), Eva-Ingeborg Scholz (Ursula Weber), Lotte Rausch (Helene) Gisela Trowe (la prostituta). Prod.: Arnold Pressburger-Filmproduktion – DCP. D.: 98
IN BREVE Titolo Internazionale The Lost Man Titolo Italiano [Un uomo perduto] Regia: Peter Lorre Anno: 1951 Paese: Germania Ovest Durata: 98' Versione del film Versione tedesca
Audio Sonoro Edizione 2022 Sezione PETER LORRE, STRANIERO IN TERRA STRANIERA
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